storia della pallavolo

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view post Posted on 29/12/2007, 11:51






CENNI STORICI

Già nell'antichità esistevano giochi con la palla che possono essere considerati i predecessori della pallavolo. In Italia, una specie di pallavolo era giocata durante il Medioevo e le sue origini
possono essere ricercate addirittura in antichi giochi greci e romani. In Germania fu introdotto nel 1893 un gioco chiamato “Faustball” (pallapugno), ma il merito della costituzione della pallavolo in forma moderna va riconosciuto a William Morgan, istruttore di educazione fisica
presso una scuola dell'Ymca (Young Men's Christian Association) di Holyoke, nel Massachusetts. In effetti, se è vero che si possono trovare similitudini fra la Faustball e il gioco ideato da Morgan, è anche vero che differivano in alcune caratteristiche di base:
nella Faustball, per esempio, la palla poteva toccare il terreno anche due volte, mentre nella versione di Morgan la palla doveva essere giocata al volo. Il 6 febbraio 1896, Morgan fece scendere in campo i suoi allievi per offrire ai colleghi e al preside dell'istituto la prima dimostrazione pubblica della “minonette”. Minonette (da minon, micio) era stato il nome di un
gioco con la palla praticato da nobili e dame due secoli prima in Francia, ma, nella nuova versione, viene presentato come un gioco decisamente innovativo. Una caratteristica peculiare è quella di non prevedere il contatto fisico tra i partecipanti, per cui la destrezza, la prontezza dei riflessi, la capacità di concentrazione e l'agilità prendono il posto della qualità fino ad allora primaria nelle attività sportive: la forza. La minonette era quindi destinata ad atleti non più
massicci e pesanti, bensi agili, con una buona elevazione, capaci di destreggiarsi nel gioco acrobatico. Da questa prima apparizione a una vera e propria diffusione della pallavolo bisogna
aspettare ancora qualche anno. Infatti inizialmente non riscosse molto successo e la sua diffusione dal collegio di origine non arrivò più lontano di un centinaio di chilometri, fino a Springfield nel New England, dove c'era un'altra sede dell'Ymca. Qui questo sport cominciò la sua parabola ascendente e si diffuse nel mondo grazie soprattutto all'operato di Alfred Halstead, che mutò il nome minonette in "volleyball". Vol1ey in inglese significa raffica, colpo violento, e quindi la nuova denominazione potrebbe essere tradotta piuttosto letteralmente come "palla colpita violentemente". Nell'ultimo decennio del secolo scorso la volleyball si fa conoscere in tutta l´America. Dapprima nelle città del Massachusetts e del New England, poi in Canada, Cuba, Brasile, Uruguay, Messico, Argentina e altri paesi dell' America latina. dove il nuovo gio-
co trova un terreno fertilissimo. C'è un vero e proprio boom di questo sport e ovunque vengono costituite squadre, allestiti campi da gioco e organizzati piccoli campionati cittadini su scala locale. La diffusione del gioco in Oriente cominciò nel 1898 per opera di Elwood Brown,
direttore specializzato in educazione fisica dell'Ymca di Manila, nelle Filippine. Brown capì subito che le caratteristiche fisiche degli asiatici si adattavano molto bene alle qualità richieste da questo sport e incoraggiò la sostituzione delle abituali sfide di football americano tra gli indigeni e i soldati americani di stanza nelle Filippine con gare di pallavolo, in cui finalmente gli asiatici po-
terono ottenere la rivincita sui robusti soldati americani. La pallavolo divenne rapidamente popolare in tutta l'Asia: per primi visi dedicarono con entusiasmo i cinesi, poi i coreani e quindi i giapponesi, per i quali la pallavolo è tuttora lo sport nazionale.L'arrivo della pallavolo in Europa si accompagna ai tragici eventi del primo conflitto mondiale: le prime reti per la pallavolo furono infatti quelle appese lungo le coste della Bretagna e della Normandia dai soldati americani sbarcati in Francia. Malgrado la forte concorrenza dello sport più popolare in gran parte del vecchio continente, il calcio, al termine della guerra la pallavolo cominciò a espandersi dallla Francia negli altri paesi europei: Olanda, Spagna, Belgio, Portogallo, Grecia e Italia per quan-
to riguarda l'Europa occidentale; Cecoslovacchia, Bulgaria, Polonia, Romania e soprattutto Russia per quella orientale. Nell'allora Unione Sovietica il successo della pallavolo è travolgente, anche per effetto del clima rigido che favorisce gli sport praticabili al coperto: nell'arco di pochi anni l'Urss e le altre compagini dell'Europa orientale arrivano ai massimi livelli mondiali, al pari dei giapponesi e superiori agli stessi americani. Dopo una stasi dovuta alla seconda guerra mondiale, nel 1947 si riuniscono a Parigi i rappresentanti di quindici paesi per dare vita a una federazione internazionale euniformare le regole di questo sport. I paesi sono: Belgio, Brasile, Cecoslovacchia, Egitto, Francia, Grecia, Italia, Iugoslavia, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Ungheria, Uruguay, Usa. Più avanti vi aderiranno anche Unione Soviecica. Giappone. Bulgaria e Repubblica Democratica Tedesca. La pallavolo diviene così ufficialmente uno sport mondiale e il numero di pallavolisci nel mondo cresce rapidamente fino a raggiungere la popolarità della pallacanestro (si calcola che entrambi gli sport siano attualmente praticati da oltre 80 milioni di persone, oltre il triplo di quelle che giocano a calcio). Nel 1948 fu organizzaco a Roma il primo campionato europeo, vinto dalla nazionale cecoslovacca; l'anno successivo si organizzò a Praga il primo campionato mondiale, in cui la victoria andò all'Unione Sovietica. Dalle Olimpiadi di Tokyo del 1964 la pallavolo fa parte delle discipline olimpiche.
In Italia la pallavolo nasce ufficialmente con la costituzione della Federazione nazionale (FIPAV) il 31 marzo 1947. Nel 1955 la FIPAV viene riconosciuta dal CONI, ma bisogna aspettare gli anni '60 prima di avere il salto di qualità del noscro paese. Una buona conduzione della federazione porta a un notevole incremenco di iscritti e un maggior materiale umano su cui lavorare determina a sua volta una crescita della qualità del gioco. La pallavolo italiana ottiene sempre più successi anche a livello internazionale sia con le squadre di club sia con la nazionale, vincendo la medaglia d'oro alle Universiadi di Torino del 1970. Nel 1978 arriva un altro alloro per la pallavolo italiana: la squadra nazionale conquista infatti la medaglia d'argento ai mondiali di Roma battendo in semifinale Cuba e cedendo solo di fronte ai fortissimi russi. Nel 1984 alle Olimpiadi di Los Angcles, la rappresentativa italiana si aggiudica la medaglia di bronzo, dietro Unione Sovictica e Usa. Preannunciato dalla vittoria 3 campionati europei del 1989 l'alloro più prestigioso arriva nel 1990 quando, a Rio de janeiro, la nazionale italiana conquista il titolo mondiale per la prima volta nella sua storia.









Piccolo volley antico

Le regole della pallavolo nella loro prima stesura del 1897. La traduzione italiana di un documento unico nel suo genere, redatto da William G. Morgan.

Una delle caratteristiche del nostro sport è la continua evoluzione delle sue regole, che aprono grandi dibattiti sull'opportunità o meno dei cambiamenti, ma che finiscono per essere assorbite senza grandi traumi, perché nessuna nuova regola può alterare le caratteristiche più significative della disciplina, fatta di potenza, eleganza e dinamicità. E' con grande curiosità che abbiamo letto e tradotto il "Manuale Ufficiale della Lega Atletica delle Associazioni Cristiane dei giovani del Nord America" datato 1897. Si tratta della prima pubblicazione ufficiale che tratta la neonata pallavolo, soprattutto la prima vera stesura delle regole del gioco inventato da William G. Morgan di Holyoke. Per tutti gli appassionati ecco la traduzione italiana del citato Manuale: il primo volley aveva squadre dal numero variabile, campi in proporzione, soprattutto si giocava su nove inning, come nel baseball. "Nell’inverno tra il 1895 e il 1896, il Signor W. G. Morgan, di Holyoke, Massachusetts, inventò nella sua palestra un gioco chiamato Pallavolo. Venne presentato ad una Conferenza per Istruttori Fisici. L’impressione generale fu subito quella di un gioco che potesse colmare le mancanze di tutti gli altri sport. Deve essere giocato indoor (in luo-ghi al coperto), da coloro i quali non desiderano giocare uno sport rude come può essere il basketball, ma che tuttavia richiede lo stesso grado di attività. Quella che segue è la descrizione completa riportata dal Signor Morgan alla conferenza: La Pallavolo è un nuovo gioco che sarebbe indicato per luoghi chiusi quali la palestra o la sala per gli esercizi fisici, ma che può anche essere giocato in luoghi all’aperto. Il numero di giocatori è illimitato. Il gioco consiste in tenere una palla in movimento al di sopra di una alta rete, da un lato all’altro, di conseguenza prende spunto dalle caratteristiche di altri due giochi il tennis e la pallamano. Il gioco inizia con un giocatore di una delle due parti che serve la palla al di sopra della rete verso il campo avversario. A quel punto gli avversari, senza permettere alla palla di cadere a terra, la rimandano indietro, e così via, avanti e indietro, finché una delle due squadre sbagli nel rinviarla o la lasci cadere a terra. Questo è il “punto” a favore di una squadra, o un “servizio fuori” per quella in battuta. Il gioco è composto da 9 inning, e in ognuno di questi ogni squadra ha a disposizione un certo numero di servizi, secondo quanto previsto dalle regole.

REGOLE.

1. IL GIOCO

Il gioco è composto da 9 inning.

2. GLI INNING

Le regole dell’inning mutano a seconda del numero dei giocatori in campo. Quando in ogni campo vi è una sola persona che gioca, vi è un servizio per ogni squadra; quando vi sono due persone che giocano, vi sono due servizi per squadra; quando vi sono tre persone o più che giocano, vi sono tre servizi per squadra. Il giocatore al servizio continua a servire finché la sua squadra non sbaglia il rinvio della palla all’altro campo. A turno devono servire tutti gli uomini.

3. IL CAMPO

Il campo o il terreno di gioco deve essere di 25 piedi (1 piede: 30,48cm; 30,48x25= 7,62m) di larghezza e 50 (30,48x50= 15,24m) di lunghezza, divisi dalla rete in due campi quadrati di 25 x 25 piedi (7,62mx7,62m). In entrambi i lati, a 4 piedi (circa 1,22m) dalla rete e parallelamente ad essa deve essere presente una linea che attraversi il campo da una parte all’altra, la “Dribbling Line” (Seconda Linea). I confini del campo devono essere chiaramente marcati da linee, affinché siano visibili da qualsiasi punto del terreno da gioco. NOTA: Le dimensioni del campo possono essere cambiate per venire incontro alle caratteristiche del luogo dove si svolge la partita.

4. LA RETE

La rete deve essere almeno di 2 piedi (30,48x2= 60,96cm)di larghezza e 27 piedi (30,48x27=8,23m) di lunghezza, e deve essere appesa su un’asta perpendicolarmente posta almeno un piede (30,48cm) al di fuori delle linee laterali. Il bordo superiore della rete deve essere a 6 piedi (30,48x6= 182,88cm) e sei pollici (2,54x6=15,24cm) (182,88+15,24=198,12cm) dal pavimento.

5. LA PALLA

La palla deve essere una camera d’aria di gomma coperta con pelle o tela. Deve misurare non meno di 25 (63,5 cm) e non più di 27 (68,58 cm) pollici (2,54 cm) di circonferenza, e deve pesare non meno di 9 (279,9315g) e non più di 12 (373,242g) once. (1 oncia= 31,1035 g)

6. UOMO IN BATTUTA E SERVIZIO

L’uomo in battuta deve tenere un piede sulla linea di fondo. La palla deve essere battuta con un una mano. Ha a sua disposizione due servizi o due tentativi di servizio per inviare la palla all’interno del campo degli avversari (come avviene nel tennis). La palla battuta al servizio può colpire un punto qualsiasi del terreno di gioco avversario. Deve inoltre venir battuta almeno a 10 piedi (3,048m) in altezza, e non è permesso il palleggio. Se un servizio colpisse la rete, ma dopo essere stato colpito da un altro giocatore della stessa squadra, verrà ritenuto valido se va nel campo avversario, ma al contrario, se va fuori campo, l’uomo in battuta non avrà più a disposizione un secondo tentativo.

7. IL PUNTO

Ogni servizio valido non rinviato o ogni palla in gioco che non venga rinviata dal lato ricevente conta come un punto per la squadra a servizio. Una squadra può ottenere un punto solo quando è al servizio e se sbaglia nel rinviare la palla nell’altro campo chi è al servizio viene messo fuori.

8. NET BALL (Palla a rete)

Fatta esclusione del primo tentativo di servizio, se durante il gioco il pallone tocca la rete, viene chiamato “Net ball”, ed è equivalente al mancato rinvio, pertanto è a favore della squadra avversaria. La palla che tocca la rete al primo tentativo di servizio deve essere chiamata “dead” (morta), e vale come un tentativo.

9. PALLA DI LINEA/LINE BALL

E’ una palla che colpisce la linea di delimitazione del campo. E’ equivalente a una palla “fuori”, e pertanto vale allo stesso modo.

10. IL GIOCO E I GIOCATORI

Può giocare il numero di giocatori più consono allo spazio del campo da gioco. Un giocatore deve essere in grado di coprire intorno ai 10 piedi quadrati (10*10 piedi; 3,048m2).Se durante il gioco uno qualsiasi dei giocatori dovesse toccare la rete, afferrare o trattenere per un istante la palla, si ferma il gioco e conta un punto per gli avversari. Se la palla dovesse toccare un oggetto differente dal suolo e dovesse rimbalzare di nuovo nel campo da gioco, è ancora in gioco. Il palleggio serve per far rimanere la palla in gioco tutto il tempo possibile facendola rimbalzare. Quando si fa rimbalzare la palla nessun giocatore deve oltrepassare la Seconda Linea, poiché questo metterebbe la palla fuori gioco e conterebbe un punto contro la sua squadra. Qualsiasi giocatore che, a parte il capitano, si rivolge all’arbitro o denigra lui o altri giocatori della squadra opposta, può venire squalificato, e la sua squadra dovrà pertanto giocare senza di lui o un sostituto, o dare forfait.

SUGGERIMENTI E AIUTI PER GIOCARE

Colpire la palla con entrambe le mani. Cercare punti lasciati scoperti dalla difesa avversaria. Fare gioco di squadra; coprire il proprio spazio. Passarsi la palla tra i propri compagni di squadra quando possibile. Seguire costantemente il gioco, specialmente quello della squadra opposta.

 
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